Corso di Primo livello base Sett/Ott 2015: prima parte


Dalla Storia alla tecnica di base


Anche il corso del bimestre Settembre/Ottobre 2015 chiude i battenti e in attesa di ricominciare con il nuovo gruppo del corso Nov/Dic 2015 che si formerà dall'incontro preliminare previsto il 27 Novembre alle ore 20 presso la nostra sede di L.go Castelfidardo 30 a Civitanova Marche (per info e prenotazioni Iscrizioni), vi voglio raccontare con questo post (diviso in due parti) l'avventura di questi ragazzi capaci di creare un gruppo affiatato e motivatissimo: meglio conosciuto come La banda de Servjià!


Un altro corso di primo livello va in archivio e come di consueto mi piace fare, voglio raccontarvi di come questi ragazzi del bimestre Sett/Ott 2015 hanno affrontato il lungo percorso, durato due mesi, in cui si sono impegnati al massimo per cercare di capire le basi della tecnica con il desiderio di scoprire il mondo della fotografia, imparando a fotografare con passione.


foro stenopeico modella Beatrice Sciamanna


Come in ogni nostro corso base di primo livello tutto ha inizio con la storia della fotografia e il foro stenopeico, sapientemente costruito durante la prima lezione, con la partecipazione di tutti i corsisti incuriositi dal dover affrontare un'esperienza nuova e al tempo stessa unica: fare una fotografia con una scatola di cartone, con una pellicola fotografica (nel nostro caso una pellicola piana 4x5") e vedere l'immagine non dal display come sono soliti fare in quest'epoca digitale, ma bensì dallo sviluppo in camera oscura di un'immagine negativa.
Il processo di sviluppo in camera oscura è di per se un momento particolare, unico, che arricchisce una lezione, la prima, che nel nostro corso di base resta un unicum imprescindibile.

Con la seconda lezione comincia tutta la parte dedicata ai concetti fondamentali della tecnica fotografica a cominciare dalla conoscenza della macchina fotografica.



Come funziona una reflex? ma soprattutto, cosa vuol dire reflex?


Il concetto base di ogni tipo di fotocamera è sempre lo stesso: la luce entra attraverso una lente (obiettivo), colpisce uno specchio (detto di ribaltamento) posto a 45° all'interno della macchina che la devia verso un altro specchio posto all'interno di un "box" detto pentaprismaQuesto, a sua volta, ci permette di vedere l'immagine corretta dal mirino. E' grazie a questo sistema di riflessioni (da qui il termine Reflex) se noi vediamo l'immagine al dritto e non capovolta, proprio come accade nel caso del foro stenopeico (visto nella prima lezione), oppure nel banco ottico da studio, che è sprovvisto di questa sistema di specchi.
Quindi, quando puntiamo verso un soggetto con la nostra macchina fotografica, stiamo vedendo un'immagine che arriva al nostro occhio attraverso una serie di specchi. Ma nel momento in cui facciamo click, cioè scattiamo, il primo specchio si alza e l'immagine, "trasportata" dalla luce, colpisce la pellicola, o il sensore, che si trova dietro di esso ed imprime la nostra fotografia. 
Questo grazie all'otturatore, posto dietro lo specchio di ribaltamento e davanti alla pellicola (o sensore), che al momento dello scatto si apre e permette alla luce di passare.

L'otturatore permette alla luce (attraverso l'obiettivo) di passare all'interno della macchina ed impressionare la pellicola o il sensore (nel digitale).

Gli elementi fondamentali che servono a determinare l'esposizione di una fotografia sono il diaframmail tempo di posa e la sensibilità iso.

Il diaframma è quello strumento che regola la quantità di luce che entra nella macchina fotografica attraverso l'obiettivo, ed impressiona la pellicola (o il sensore, nel caso del digitale), posta nella parte inferiore denominata dorso.



La scala dei diaframmi è composta dai seguenti valori indicati con f: f1; f1,4; f2; f2,8; f4; f5,6; f8; f11; f16; f22 (esistono obiettivi che hanno diaframmi fino a f64 che si utilizzano soprattutto nelle fotocamere di grosso formato come il Banco Ottico)
Più è piccolo il valore numerico (ad es 1) maggiore sarà l'apertura del diaframma; più è grande (ad es f 22) più il diaframma risulterà chiuso (quindi che lascia passare meno luce).

Il tempo di posa è la durata in cui l'otturatore resterà aperto per far passare la luce che impressionerà la pellicola o il sensore della macchina fotografica.



I tempi di posa, quindi, rappresentano la velocità dell'otturatore. Anch'essi sono riconoscibili attraverso una scala di valori:
1s, 2s, 4s, 1/4 di secondo, 1/8 di secondo, 1/15ds, 1/30ds, 1/60ds, 1/125ds, 1/250ds, 1/500ds, 1/1000ds (questi sono i valori standard della maggior parte delle macchine fotografiche)

Esiste una funzione supplementare detta posa B: impostando il cursore dei tempi sulla posizione B, al momento dello scatto, l'otturatore resterà aperto per tutta la durata in cui il pulsante di scatto resterà premuto. Al rilascio del pulsante di scatto, l'otturatore si chiuderà (l'utilizzo di questa funzione implica necessariamente l'uso di un cavalletto).

La sensibilità iso rappresenta la sensibilità della pellicola o del sensore, alla luce.
Maggiore sarà la sensibilità, minore sarà la quantità di luce necessaria per fare una fotografia; e viceversa.
La corretta combinazione di questi tre elementi, diaframma, tempo di posa e sensibilità, permette di realizzare una fotografia corretta da un punto di vista prettamente tecnico.

Ma il diaframma, così come il tempo di posa, incidono in maniera determinante per altri aspetti fondamentali come ad es la profondità di campo e l'effetto mosso o congelato
Le foto dei nostri corsisti, impegnati dopo ogni lezione a svolgere i temi fotografici, dimostrano perfettamente le diverse caratteristiche che un'immagine possiede agli occhi dell'osservatore, a seconda delle diverse profondità di campo utilizzate.

La profondità di campo è quello spazio che esiste davanti e dietro ad un soggetto a fuoco, che risulti completamente nitido.



foto Beatrice Sciamanna es sulla profondità di campo

Se vogliamo evidenziare un soggetto piuttosto che un altro, possiamo sfruttare la profondità di campo, cioè "giocando" con lo sfocato grazie al diaframma.
A seconda della scelta del diaframma (ma non solo, poi lo vedremo in seguito), possiamo determinare una differenza sostanziale tra un'immagine in cui vogliamo che un solo soggetto sia messo in evidenza (foto di Beatrice), oppure che venga messa in evidenza tutta la scena fotografata (foto di Evelyn).


foto Evelyn Sembroni es sulla profondità di campo

Quando ci soffermiamo davanti ad una fotografia, il nostro impatto visivo è condizionato da ciò che vediamo. 
La profondità di campo permette al fotografo di "rappresentare" in un'immagine quello che lui stesso decide di far vedere.
Più il diaframma sarà chiuso, maggiore sarà la profondità di campo. 
Oltre al diaframma, ad incidere sulla profondità di campo sono anche gli obiettivi (che affronteremo in una lezione ad hoc).  Qui ci limitiamo a dire che la profondità di campo sarà maggiore con obiettivi grandangolari mentre sarà molto ridotta con obiettivi di tipo tele o medio-tele.
E i ragazzi hanno ben compreso questo concetto, come nelle foto di Patrizia e Giorgio.

foto Patrizia Marini es profondità di campo



foto Giorgio Pagliariccio es profondità di campo



Parlando di tempi di posa (siamo già alla terza lezione), non possiamo che soffermarci sull'effetto mosso o congelato.

A seconda della velocità dell'otturatore, si possono ottenere diversi risultati: se fotografiamo un soggetto in movimento, con un tempo di posa lungo (ad es 1/15 di secondo), questo risulterà mosso ( da qui l'effetto di mosso).
L'esercizio magistralmente eseguito da Beatrice chiarisce perfettamente il concetto e cioè di come si possa sfruttare l'effetto del mosso, con un tempo lungo a seconda di quello che vogliamo "creare", per realizzare un'immagine interessante.
Spesso si tende a scartare immagini che non siano perfettamente nitide quando invece sono ricche di contenuti visivi.


foto Beatrice Sciamanna es effetto mosso



Anche Cristina ha scelto un tempo di posa abbastanza lungo per fare la sua fotografia e lo si evince dall'effetto scia provocato dalle macchine di passaggio.
Grazie alla tecnica e alla sua creatività, Cristina ha realizzato (volutamente, non per caso) questo accostamento di rosso tra la scia delle macchine (elemento in movimento) e la sedia (elemento statico).

foto Cristina Carbini es effetto mosso


Mary al contrario invece ha lavorato sui tempi veloci (ad es 1/250 di secondo) in modo da "congelare" i suoi soggetti; bloccarli nel tempo e nello spazio, cercando di fatto il massimo della definizione.

foto Mary Lisa Rastelli es effetto congelato

La scelta del tempo di posa, insieme al diaframma, è determinante in funzione del risultato finale che si vuole ottenere. Ma non solo.

Il diaframma e il tempo di posa insieme (insieme alla sensibilità della pellicola o del sensore), determinano la giusta quantità di luce necessaria per realizzare una corretta esposizione e di conseguenza una buona fotografia: almeno sotto l'aspetto puramente tecnico.
Questo binomio è conosciuto come: coppia tempo/diaframma (EV)

La coppia tempo/diaframma, detta anche EV ( valore esposimetrico),  ci permette di calcolare la corretta esposizione, cioè la giusta quantità di luce necessaria a far si che la nostra foto sia perfetta sotto l'aspetto della luminosità e del colore.



Per calcolare la corretta coppia tempo/diaframma (EV), la fotocamera dispone di un esposimetro che ci permette di misurare la luce (il suo valore) e il suo corrispettivo tradotto in tempo di posa e diaframma. 

L'esposimetro è quello strumento che ci permette di misurare la luce presente nella scena da fotografare.

L'esposimetro (lezione quattro) può essere interno (allocato dentro la fotocamera) oppure esterno, di solito usato in studio, ma non solo.
La principale differenza tra un esposimetro interno ed uno esterno è che il primo misura esclusivamente la luce che dal soggetto va verso la macchina fotografica (luce riflessa), mentre quello esterno misura anche la luce che colpisce direttamente il soggetto (luce incidente).

L'esposimetro si può utilizzare in modalità differenti: ne elenchiamo alcuni tra i principali.
si dice lettura esposimetrica spot quando la zona misurata è concentrata in un punto ben definito (ad es il viso di un soggetto).
La lettura esposimetrica media utilizza tutto il campo inquadrato senza tenere conto delle differenze di luce che possono esistere tra una zona molto illuminata e una zona d'ombra.
La lettura esposimetrica a prevalenza centrale (semispot) concentra la misurazione in due zone: una centrale e un'altra per il resto dell'inquadratura. La lettura prevalente è comunque quella centrale.

Queste letture, a seconda dei casi, ci permettono di calcolare in maniera molto precisa la quantità di luce necessaria che serve per esporre il nostro sensore o la nostra pellicola.
Utilizzando la macchina in modalità Manuale, grazie all'esposimetro noi possiamo calcolare la giusta coppia tempo/diaframma e scegliere, di conseguenza, se privilegiare la profondità di campo (ad es per evidenziare un soggetto in primo piano, o viceversa), piuttosto che il tempo di posa
E così ci si può limitare a fare una fotografia perfettamente corretta da un punto di vista della luce, colore e contrasto. Oppure provare a fare qualcosa di diverso (come ad es una silhouette) che possa suscitare la curiosità o l'attenzione dell'osservatore.
Gli esercizi dei ragazzi chiariscono bene il concetto.

foto Giulia Trovellesi es sull'esposimetro


foto Cristina Carbini es sull'esposimetro



Fine prima parte...to be continued






PROSSIMAMENTE:

- Corso di fotografia di Primo livello base Nov/Dic 2015: incontro preliminare 27 Novembre 2015.
Otto lezioni di teoria e pratica per un totale di 20 ore. Conduttori David Fazzini e Francesco Musati

- Corso di digitale e post-produzione livello Base. Dall'impostazione sulla macchina ai software di photoeditor. Tre lezioni per un totale di sei ore. Conduttore David Fazzini 

- Camera Oscura: lo sviluppo della pellicola. Quattro lezioni per un totale di 12 ore. Conduttore David Fazzini.

- Camera Oscura: la stampa ai sali d'argento. Quattro lezioni per un totale di 12 ore. Conduttore David Fazzini.

Per info e prenotazioni: Costi e Iscrizione specificando il corso al quale si è interessati.

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