Corso Base Ott/Dic 2013: prima lezione



Foro Stenopeico e Rayograph


Dopo la falsa partenza della settimana scorsa, finalmente il corso base di I° livello del bimestre Ott/Dic 2013 è cominciato e come da programma, l'inizio è stato interamente dedicato alla Storia della Fotografia e a come le scoperte in campo scientifico e tecnico hanno permesso alla fotografia di evolversi fino ai giorni nostri. 


La prima lezione del corso base di I° livello è sempre dedicata alla Storia della Fotografia e a quei passaggi fondamentali della storia in cui la scoperta scientifica, unita a quella tecnica, ha permesso alla fotografia di evolversi in maniera esponenziale, rispetto alle rudimentali macchine fotografiche del passato, migliorando sempre di più i materiali di utilizzo e la qualità dell'immagine. Tutto questo ha fatto si che la fotografia divenisse non solo un mezzo di comunicazione di massa, ma soprattutto una vera e propria forma d'Arte Assoluta.

La prima macchina fotografica della storia è stata sicuramente la Camera Obscura (o Foro Stenopeico).
Fu Aristotele nel quarto secolo a.C. a costruire un marchingegno capace di catturare un immagine e proiettarla su di un foglio di carta. Marchingegno che nei secoli si è perfezionato sempre di più fino alla metà del cinquecento quando venne aggiunta una lente ottica e in seguito un diaframma per migliorarne la qualità dell'immagine.
Giovanni Antonio Canal detto Canaletto
I primi a farne uso furono i pittori paesaggisti: le opere più significative sono sicuramente del Canaletto o di Guardi: le proiezioni durante la lezione hanno aiutato i nostri ragazzi a capire meglio l'uso che si faceva della camera obscura.


Poi fu un medico tedesco, Jhoann Schulze, a dare una svolta epocale alla fotografia grazie alla scoperta dei sali d'argento sensibili alla luce.

Vista dalla finestra a Le Gras
Dalla prima immagine della storia, realizzata da Joseph Niépce nel 1827 dalla finestra del suo laboratorio con una lastra di peltro trattata con bitume di Giudea, la fotografia si è evoluta attraverso scoperte incredibili spesso casuali, come quella di Louis Daguerre che, lasciata nel suo armadio chiuso una lastra d'argento sensibilizzata ed esposta alla luce, si accorse successivamente che l'immagine latente si era sviluppata grazie ai vapori di mercurio sprigionati da un termometro che sia era rotto all'interno dell'armadio. Era nato il dagherrotipo.
Dagherrotipo del 1837
Contemporaneamente a Daguerre, in un altro angolo del mondo, Henry Fox Talbot, al quale si può attribuire la scoperta del "callotipo", realizzò delle immagini negative su carta trattata con nitrato d'argento e sale comune che, stampata per contatto, dava delle immagini positive. Era nato il  negativo fotografico.

Con la scoperta della fotografia, uno dei più significativi cambiamenti nella società dell'epoca fu il fatto che il fotografo si sostituì al pittore nella realizzazione di ritratti su commissione.
Ma uno dei maggiori problemi legati alle tecniche in uso come il dagherrotipo o la callotipia, erano i lunghissimi tempi di esposizione dovuti alla scarsa sensibilità dei sali d'argento; tempi di esposizione così lunghi che costringevano i soggetti fotografati, immobilizzati con attrezzature definite "strumenti di tortura medievale", a restare fermi anche per 30 secondi o più.
In tal senso la scoperta di Scott Archer rivoluzionò il mondo della fotografia con l'introduzione di una tecnica chiamata "collodio umido" che consisteva nel trattare superfici di vetro, anziché carta, con una soluzione di fulmicotone disciolto in etere chiamato appunto collodio. Le lastre trattate al nitrato d'argento venivano esposte alla luce ancora umide (da qui il nome collodio umido) e i tempi di esposizione si ridussero drasticamente da 30 a 3 secondi di posa.

La prima macchina Kodak con pellicola
Con la scoperta del negativo fotografico e il sempre più incessante miglioramento dei materiali, la fotografia si diffonde nel mercato di massa con l'uscita di macchine fotografiche portatili come la Kodak che nel 1888 mette in commercio la sua prima macchina fotografica con questo slogan: Voi premete il pulsante, noi facciamo il resto. Il sistema era semplice ed accessibile a tutti: si scattavano le foto poi si spediva la fotocamera alla casa madre, la Eastman Kodak, che provvedeva a sviluppare la pellicola, eseguire tutte le stampe, ricaricare la macchina fotografica e rispedire tutto il materiale al committente.

Da allora sono stati fatti passi da gigante, con l'utilizzo di macchine fotografiche sempre più evolute e più performanti.

Fatta la premessa storica, è arrivato il momento di costruirci il nostro foro stenopeico e come al solito la maestria di Francesco (indiscusso Mago del Foro) ha fatto la differenza; tra lo stupore dei corsisti che ad un certo punto non sapevano se questo fosse un corso di fotografia o di bricolage...

E si perché farsi una macchina fotografica "in casa" non vuol dire procurarsi chissà quali materiali: sono sufficienti un paio di forbici, un taglierino, una riga, un rotolo di scotch nero pesante di media larghezza, un ago molto sottile e un foglio di Carta di Spagna, facilmente reperibile nelle migliori ferramenta. Più naturalmente, un cartone abbastanza consistente (per durezza e spessore) che costituirà "il telaio" (o corpo) della nostra camera obscura (foro stenopeico). Poi ci vuole pazienza e manegevolezza da bricolagisti: in questo la visione di Art-Attack ® è consigliatissima!


Terminato l'assemblaggio non resta che realizzare la nostra prima fotografia: stavolta Francesco ha scelto una sedia come soggetto. Si può notare che non c'è nessuno seduto sopra: stateci voi seduti immobili per trenta minuti... poi parliamo! Perché proprio come per i pionieri della fotografia, il "difetto" di questo tipo di macchina fotografica, se così lo vogliamo definire, sono i tempi di esposizione altissimi (se vi trovate in un ambiente interno, come nel nostro caso). Già con la luce del sole le cose migliorano sensibilmente, ma con la luce artificiale (a meno che quest'ultima non sia molto potente) è tutto più "dilatato" nel tempo.

Ma l'attesa non è stata vana... nel senso che, nel mentre la nostra "lastra", costituita da un foglio di carta fotografica B&N, si esponeva molto lentamente (tanto lentamente), con David ne abbiamo approfittato per introdurre il secondo argomento di lezione (sempre inerente con la Storia della Fotografia): i Rayograph

Rayograph
"La fotografia è la palestra dei pittori mancati". Così Charles Baudelaire definiva la fotografia nel suo scritto critico "il pubblico moderno e la fotografia" partendo dal concetto che al fotografo mancava la virtù del pittore, capace di creare le proprie opere con l'utilizzo di un pennello e non attraverso un mezzo meccanico come la macchina fotografica.
E così Man Ray, pittore, fotografo e regista statunitense, dimostrò che si potevano realizzare delle immagini fotografiche senza l'utilizzo del mezzo meccanico, la macchina fotografica, creando delle foto esclusivamente con l'utilizzo di semplici oggetti appoggiati sulla carta fotosensibile ed esposti alla luce. Oggetti inanimati ma anche persone, che sdraiate in grossi foglia di carta fotosensibile, lasciavano traccia del proprio corpo sull'argento esposto alla luce.
Il risultato, rivoluzionario per l'epoca, venne poi successivamente definito Rayograph dal nome del suo autore. Un esperienza in camera oscura propedeutica alle lezioni pratiche di stampa ai sali d'argento che affronteremo più avanti nel corso.

Immagine Negativa
La nostra prima foto, quella della sedia, non è stato un successo: anzi, è stato un flop clamoroso, diciamolo! e purtroppo, con i tempi di esposizione così lunghi non ci è stato possibile ripetere l'operazione.

Ma ai nostri ragazzi abbiamo mostrato delle foto fatte in passato, in altri corsi, così da mostrargli quello che sarebbe dovuto venire fuori dal nostro foro stenopeico. Qui vi mostriamo degli scatti realizzati con il foro stenopeico che vengono dal nostro archivio fotografico: l'immagine è sia in negativo (come sarebbe risultata dopo la fase di sviluppo), che in positivo dopo una seconda stampa effettuata a sandwich (a contatto) con quella negativa.
Immagine Positiva










Abelardo Morell®

L'ultima parte della lezione è stata dedicata alla proiezione di foto di un artista che nella sua semplicità, ha realizzato delle immagini meravigliose: Abelardo Morell ®

Le sue foto, realizzate all'interno di vere e proprie camere obscure giganti (cioè delle stanze appositamente oscurate) sono una genialata di assoluto livello.




Bene, la prima lezione è già in archivio. Nel prossimo step, previsto per martedì 29 Ottobre, cominceremo ad affrontare tutti i principali concetti relativi alla tecnica fotografica, come l'esposimetro, i tempi di posa e i diaframmi. Il tutto sempre accompagnato da scatti realizzati in studio.
Perché la teoria non basta se non è seguita costantemente dalla pratica, tenetelo sempre bene a mente.


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